Dovendo scrivere un articolo di musica sulla paranoia, e non
essendo i Black Sabbath propriamente il mio genere, il pensiero va subito a
quel strano capolavoro dei Radiohead, Paranoid Android.
Uno dei brani più riusciti da parte della band di Thom Yorke tratto dal loro
ultimo album prima della sperimentazione elettronica, la pietra miliare Ok Computer.
Una canzone, anzi più canzoni fuse in un unico brano che non sembra avere né
capo né coda, ma che spiazza nei suoi sei minuti abbondanti in cui musicalmente
succede di tutto, ma in modo armonico. Sto ascoltando Paranoid Android sullo stereo, sono arrivato al punto in cui
la musica si fa quiete dopo la tempesta con la voce di Thom Yorke che lamenta “Rain
down, rain down, come on rain down on me” con i cori di sottofondo, di qui
a poco ricomincerà la tempesta musicale… Ma mi accorgo che io in realtà un
articolo sui Radiohead non lo voglio scrivere. Non che sia un gruppo che non mi
piace, anzi, Pablo Honey è uno dei miei album preferiti; il mio
apprezzamento, o per meglio dire la mia conoscenza della band si ferma però ai
primi tre album, prima del passaggio alla musica sperimentale, il mio giudizio
quindi non può che essere parziale.
Ma dato che un articolo di musica bisogna farlo, perché
invece di sprecare parole per una band sulla quale sono già stati scritti fiumi di inchiostro (e da
pulpiti ben più competenti!) non parlare di un gruppo poco conosciuto scoperto
per caso? Tolgo Ok Computer dallo stereo e prendo un cd acquistato ad un
concerto, Crowd Surfing il suo titolo. Loro sono gli Heike has the
Giggles, trio di ragazzi romagnoli poco più che ventenni scoperti per caso un
sabato sera qualunque. Emanuela alla voce e chitarra, Matteo al basso e Guido
alla batteria sono tre ragazzi come tanti altri, tre ragazzi universitari con
la passione per la musica. Tre, il numero perfetto per chi vuole fare musica
senza fronzoli (Police e Nirvana docet). Perché negli Heike has the
Giggles nulla è superfluo, tutto diventa essenziale; la loro musica è
disarmante nella sua semplicità, pochi accordi ma mai banali, giri di basso
accattivanti e una batteria semplice ma che non vi farà mai rimanere fermi. Ma
soprattutto lei: Emanuela.
Frangettona sulla fronte a coprirle quasi
interamente il viso, i piedi sempre a seguire un movimento tutto particolare e
tutto suo; e poi, la sua voce: per gli amanti del rock al femminile qualcosa di
imperdibile, raro trovare una voce così pulita in una ragazza che canta il
rock. Ottima la pronuncia e affascinante quel particolare ansimare all’inizio e
alla fine di ogni frase (ascoltare We All e Breakfast
per capire). Negli Heike has the Giggles, nonostante i soliti tre accordi, c’è comunque
varietà: pezzi energici come I Wish I Was Cool
e Robot, brani dal sapore adolescenziale come Dear Fear e Crowd
Surfing, ma anche canzoni più studiate come le bellissime M.Gondry
e Time Waster, senza dimenticare i momenti più toccanti di NextTime
e I Don’t Know.
Spero che molte altre persone, come me, possano scoprire per
caso gli Heike has the Giggles. Magari pensando di leggere un articolo sui
Radiohead.
M.F.
Ascolto
consigliato:
Heike
has the Giggles, Crowd Surfing (2012)
Heike
has the Giggles, Sh! (2010)
Radiohead, Ok Computer (1997)
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