Una passeggiata tra quadri.
L’idea di Modest Musorgskij, compositore
della fine dell’’800, nasce da una passeggiata, una promenade, tra i quadri
esposti in un museo.
Alcuni anni prima, l’incontro con
l’architetto Viktor Hartmann e l’amicizia che ne scaturisce porta i due a
sviluppare una comune visione dell’arte legata ai valori culturali della Russia
rendendoli molto uniti e affiatati.
Per la prematura morte di Hartmann, in suo
ricordo, viene presentata a San Pietroburgo una mostra che propone 400 opere
dell’artista, alcune anche della collezione privata di Musorgskij. È proprio
passeggiando tra i corridoi dell’Accademia che il compositore si immagina e
scrive i Quadri.
La maggior parte dei lavori che facevano
parte della mostra sono andati perduti, rendendo così difficile
l’identificazione dei lavori che hanno effettivamente ispirato il pianista. Di
sicuro ne fanno parte “L’Ebreo ricco, L’Ebreo povero”, “Gnomus”, “Balletto deipulcini nei loro gusci”, “Progetto per una porta a Kiev - Facciataprincipale”.
Questi alcuni dei 10 quadri che creano la
suite musicata dal compositore, tutti intramezzati dal tema centrale, la promenade
appunto, con minime variazioni, quasi a sottolineare gli stati d’animo che
invadono lo spettatore durante la visione dei lavori di Hartmann. La
composizione, di fortissimo impatto avanguardistico per l’epoca (1874 la prima
stesura pianistica), contiene fortissimi caratteri sperimentali e per qualche
verso anticipatori della musica del novecento.
Cent’anni dopo, 1971, esce la rivisitazione
dei Quadri in versione psichedelica-progressive. Pictures at an
exhibition, firmata Emerson, Lake & Palmer, un album live, 12 tracce.
L’intento è lo stesso di Musorgskij: una
passeggiata in chiave rock-alternativo nei corridoi del museo della composizione
classica originale rivisitata e adattata. Come a dire, dopo cent’anni se ancora
si ascolta (e si suona) musica classica un motivo c’è. L’atmosfera che i tre
creano con gli strumenti elettrici (favoloso il riadattamento “dissacrante” di
Keith Emerson della fantastica “the old castle”) è un misto di ritmi incalzanti
e martellanti, intervallati da suoni incredibili e ancor più avanguardistici
della composizione stessa.
Come nell’originale, anche nella versione
dei tre inglesi i vari Quadri sono intramezzati dalla passeggiata, con le
variazioni -dalla solenne e suntuosa, alla tenera ninna nanna- del genio di
Keith Emerson, fedelissimo del modular moog in quegli anni di recente
creazione. Grazie anche a questo strumento, che possiede varianti timbriche pressoché
infinite, credo che i tre siano riusciti a realizzare quel sogno cui forse
Musorgskij tendeva: avere una manipolazione totale dei suoni e dei timbri.
Suonare un moog (talento permettendo) è come avere una tavolozza di colori con
cui dipingere la melodia e i suoni a piacimento, all’interno della cornice
musicale.
I tre indubbiamente aggiungono delle
sfumature sofisticate e molto curate: Carl Palmer una batteria incalzante, a
tratti quasi ossessiva, Greg Lake -già all’epoca rinomato per aver firmato il
disco “padre” della musica progressive-avanguardistica “In the court of the
Crimson King” appunto con i King Crimson- un basso preciso e voce decisa
-favoloso l’intermezzo "the sage" chitarra acustica-; ma Keith Emerson è “l’uomo
che fa la differenza”.
Talentuosissimo prima organista, pianista in
seguito dà al gruppo il tocco che manca, dalla rigida cornice della musica
classica al rock irriverente e “delinquente”. Si presenta con vestitiniattillati dai colori improbabili e sfascia gli strumenti come una vera e
propria rock star: il palco è tutto suo.
Cosa ne dite? Che il caro Musorgskij si stia rivoltando
nella tomba ripensando ai Quadri? O che stia sognando pure lui di
sfoggiare abiti psichedelici e di dare coltellate al pianoforte?!
Ascolti consigliati: Modest Musorgskij - Quadri di un’esposizione,
1874
Emerson Lake &
Palmer - Pictures at an Exhibition, 1971
A.L.
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