L’arte è davvero natura? E’ una domanda
complessa, alla quale non sempre si è risposto in maniera positiva. Arte e
natura vivono costantemente un rapporto nato tra insidie ed ostacoli, ma
consolidato negli ultimi secoli. Due elementi distinti che crescono legandosi fino
a diventare cosa unica, fino alla fine, fino alla decadenza dell’opera d’arte.
Come nel Romanticismo, lo spirito dell’essere umano acquista un sentimento
fortissimo per il paesaggio in quanto ambiente plasmato dall’uomo.
Installare un’opera d’arte nel contesto
naturale, implica un conseguente cambiamento di ordine comportamentale, essendo
l’artista in primo luogo lui stesso un essere assolutamente naturale, un
intreccio di materia e chimica, mescolate a qualsiasi forma di spiritualità. La
natura smette di essere dunque la “cornice” dell’arte e s’ingloba in essa, in
quanto quest’ultima deve prima di tutto conoscere le proprietà delle cose per
raggiungere la massima espressione. La Land Art ne rappresenta un importante
traguardo.
Una gita nel cuore della Valsugana, in Val
di Sella può meglio chiarire le idee di questa lunga premessa. Ad un’
altitudine di 990 metri, sotto la protezione delle Dolomiti, si trova
l’avvincente percorso di “Arte Sella”, forse il più bel parco italiano dedicato
alla Land Art.
Alla base di questo progetto, nato nel 1986,
stava l’intenzione di creare un’associazione per lo sviluppo locale del
concetto di arte nella natura. Questo poi ha portato l’allora giovane movimento
a diventare un vero e proprio fenomeno internazionale di arte ambientale, dove
gli artisti partecipanti sentivano il bisogno di evadere verso un contesto
aperto, dileguarsi da uno spazio limitato, verso un vero dialogo con il bosco
circostante. Dieci anni più tardi, nel 1996 nasce il percorso “Artenatura”,
lungo il sentiero forestale sul versante meridionale del monte Armentera,
spostando il punto focale del progetto su Malga Costa, intorno alla quale si
instaura un contesto artistico delimitato che propone una visita quasi museale.
Arte Sella dunque offre ancora oggi due tipologie di visita differenti, una ad
accesso libero attraverso il bosco alla scoperta delle installazioni sul
percorso Artenatura; l’altra circoscritta (ma ancora più interessante),
accerchiando Malga Costa e ammirando anche in questo caso le ultime novità
artistiche.
L’arte dev’essere l’interpretazione che lo
spettatore si fa della natura, ed è proprio questo l’obiettivo di Arte Sella.
L’artista crea un rapporto sociale assolutamente fondamentale in
quest’esperienza, dove scultura e architettura viene dalla vegetazione. La
natura è una fonte di conoscenza, dove non solo l’artista, ma ogni organismo
attinge la memoria. Un ritorno fondamentale, quasi ancestrale, ai materiali
organici, in contrasto con le ultime tendenze dell’arte contemporanea, che
spesso e volentieri abusa di materiali innaturali.
In Arte Sella, l’installazione viene
inglobata nel paesaggio, perdendo la sua autonomia, perché troppo legata
all’organicità degli alberi e della terra. Un legame radicale che porterà
ineluttabilmente alla decadenza dell’opera stessa, ma è così che deve essere,
perché in natura nulla è eterno ma tutto è ciclico. L’opera esce dunque dalla
stabilità del “banale” quadro (la cornice appunto) per intraprendere un ciclo
organico, dove la natura diventa incontrastata guida di un nuovo processo
creativo. Un percorso biologico, temporaneo, che svuota le opere anche del loro
valore per rafforzarne il significato. L’arte ritorna alla purezza originale
del suo ruolo rappresentativo.
Addentrandosi in Malga Costa non si può non
parlare del monumentale capolavoro di Giuliano Mauri: la “Cattedrale Vegetale”,
realizzata nel 2001, è senz’alcun dubbio l’opera più emozionante di tutto il
parco. Architettura pura, verticale, architettura vera, quella che con gesti
minimali porta la natura a trionfare incontrastata, almeno qui. Come
Chateaubriand comparava le foreste alle cattedrali gotiche della Francia, anche
qui in Val di Sella si ritorna dopo quasi due secoli a proporre la stessa
lettura, che esige umiltà nella riscoperta delle nostre origini.
François Lelong, scava invece nella pietra
un cerchio ritmico,lungo il tragitto del sole in un’aurea continua di
luminosità. Si passa poi a Chris Drury, “La Stanza nel Cielo”: una
microarchitettura che conduce ad un mondo rovesciato, facendo scorrere immagini
delle montagne capovolte come una camera oscura. Drury crea un luogo della
meditazione, dove ognuno è libero di dedicarsi ai propri sensi. Si ricrea il
dialogo tra essere umano e natura sulla base di un linguaggio mistico,
sovrannaturale.
Ciò che rende speciale Arte Sella (e la Land
Art in generale) è il fatto che si eviti la solita lezione sull’arte,
prediligendo invece una lezione comportamentale nell’approccio di ogni singolo
visitatore. Quello con la natura è un rapporto vitale, che insegna a riflettere
e a meditare.
L’intervento dell’uomo, in particolare nel
percorso Artenatura, non è altro che un tramite per legarci alla terra e a
tutto ciò che essa implica, in azioni piene di poetica. Interventi minimali,
iniezioni isolate, delle quali vengono esaltate le differenze. In definitiva
viene plasmata un’immagine ideale del mondo, nel quale l’arte, senza alcuna
limitante cornice, caratterizza la nostra civiltà.
M.B
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