Quando ho pagato il biglietto aereo per Cacoal non sapevo ancora cosa aspettarmi. Non sapevo che il portoghese brasiliano potesse essere così diverso dall’italiano, non sapevo che qui le scimmie girano come da noi gli scoiattoli, non sapevo che esistono ancora gli indios, non sapevo che gli indios mangiano le scimmie, non sapevo che un casco di banane può essere grande come un mio mezzo braccio, non sapevo che alcune persone vivono in case senza fondamenta, non sapevo che qui la terra è rossa, non sapevo che i bambini girano anche scalzi per la scuola, non sapevo che il cacao è un frutto, non sapevo che il cacao è un frutto che non si può mangiare, che è un frutto che non si può mangiare ma solo gustare e poi sputare. Non sapevo che Cacoal significa ‘terra del cacao’.
Cacoal è una città della Rondonia. La Rondonia è uno stato posto ai confini della Bolivia e dell’Amazzonia, situato a nord ovest del Brasile. Il Brasile è una repubblica federale formata da 27 stati. Il Brasile è grande come l’Europa. Il Brasile è trenta volte l’Italia. Cacoal conta all’incirca 100.000 abitanti, fuori da Cacoal c’è la foresta, la ‘mata’.
Per raggiungere il Brasile e poi Cacoal servono 4 aerei e uno scalo, due giorni e sei ore di fuso orario. È stato il viaggio più lungo e solitario della mia vita di ventiduenne, il più stancante e il più aspettato, desiderato. A Cacoal ci sono arrivata un po’ per caso, un po’ per fortuna . “Vieni pure quando vuoi” mi è stato detto... dopo un mese avevo il passaporto pronto, un’assicurazione medica e il biglietto aereo per Cacoal. La sera del 23 maggio sono arrivata qui, a Cacoal.
La prima cosa che mi ha colpito di Cacoal sono state le strade. Le strade del centro sono praticamente tutte asfaltate, ma son invase da dossi di proporzioni gigantesche! Se invece la strada non è asfaltata, è rossa! Qui la terra è rossa. Rossa rossa. Proprio rossa. Rossa che le mie scarpe bianche ora son rosse, rossa che se vai in giro in bici e per caso indossi una maglia bianca, anche la maglia è rossa! Cacoal terra rossa del cacao.
Qua a Cacoal non faccio che sorprendermi per tutto.. Sarò scontata, ma la disparità economica, la tranquillità di chi comunque non ha nulla, mioddio..una mattina sono stata a portare in giro per le famiglie dei bambini della scuola dove lavoro dei pacchi, pacchi di cibo. Le case e le famiglie. Ecco cosa mi ha sconvolta di più. Le case e le famiglie. Le case e le famiglie. Case che io non avevo mai visto, mai. Famiglie?! Non famiglie. Case?! Non case. Quattro assi di legno e coppi per coprirsi la testa quando piove, 10 metri quadrati di casa. Quante persone? 10. Un metro quadrato a testa, 10 metri quadrati, 10 persone. Visitiamo una mamma, la mamma di uno dei miei amori, è stanca, magra, scura, ha pochissimi denti, ne conto 4 o 5. Quanti anni ha? 27. Visitiamo un’altra mamma, il marito non lavora perchè è malato ‘ma hai comprato le medicine?’ le chiede la direttrice ‘No, costano 135 reales, è troppo’. Visitiamo un’altra famiglia, la madre non c’è, il padre non esiste, in casa ci sono due ragazze, un bambino di 8 anni e una bimba di 2. La bimba di due anni è figlia di quella di 15. Quella di 15 è sposata, separata e drogata. Non lavora e tossisce in continuazione. Visitiamo un’altra famiglia, madre e figlia sono in casa. La figlia vomita in continuazione ‘penso sia l’acqua’ dice la madre ‘ non è la prima ad avere di questi problemi’. Io non parlo più, mi vien da piangere e torno a casa. Il mio piatto è colmo di ottima pastasciutta. Il pomeriggio non sono tornata a famiglie, grazie a Dio.
E poi, chi ha tutto.. qui in Brasile compiere 15 anni è un grande evento. 15 anni è un’annata importante per una ‘moca’, ragazza, significa che è pronta. ‘Pronta per cosa?’ ‘per figliare!’ ‘ah’. Sconvolta. Sono stata a questo compleanno, la festeggiata si è cambiata tre vestiti, mi è stato regalato un paio di ciabatte, la torta era alta quanto me...la disparità sociale. Chi ha tutto e chi non sa di non avere nulla. E io che sto meglio con chi non ha nulla. Il popolo del Brasile che potrebbe crescere, ma che sta bene così; che a suo modo mi sta insegnando a smettere di preoccuparmi di quello che ho o che non ho, di come mi vede la gente, di come dovrei o non dovrei divertirmi, di come dovrei o non dovrei ‘essere giovane’, come più e più volte mi è stato detto di essere. Senza chiedermi se era quello che volevo, per essere giovane, di dover spendere tre ore di ripetizioni andando a ‘ballare’ in posti che mi facevano schifo, bere perchè così fa più ridere, poi vomitare perchè tutti vomitano e stare male altre 12 ore. Ora che ho visto un altro modo di vivere so che il mio, per molto tempo, non era quello giusto per me, e che fuori c’è molto altro ancora. Ma il Brasile è così enorme, tanto enorme da risultare una gabbia per chi, come me, non lo conosce e non lo sa vivere. Tutto lo spazio di cui si può avere bisogno qui c’è, ma è così tanto che alla fine non si sa come muoversi e si resta fermi. Come la libertà, quando si è liberi di scegliere non si sa più cosa fare..spaesati. Io qui son arrivata che mi sentivo persa, poi ferma, poi incredula, sconvolta, ora attiva. Finalmente attiva. Taglio l’erba di un centro per far risparmiare i soldi del giardiniere e comprare i pacchi di cibo da mandare ai miei bambini.
Finalmente sveglia.
Tanto spazio, tanta erba.
S.T.
2 commenti:
ciao! anch'io sto pensando a un periodo di volontariato a cacoal. se leggi questo commento sarei felice poter avere altre informazioni sulla tua esperienza se ne avrai voglia.
mattia
Ciao, ti darò volentieri qualsiasi informazione, aggiungimi pure su facebook (stè tolio)!!per me è stata veramente una bella esperienza, penso ne valga la pena..
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