"I sogni non vogliono farvi dormire, al contrario, vogliono svegliare."
Il viaggio nel mondo della pittura di Renè Magritte inizia alla fine dell'800 quando il pittore viene a conoscenza dei primi dipinti surrealisti di De Chirico. Questo "incontro" rappresenta per il giovane artista una rivelazione che determinerà in seguito l’adesione alla corrente artistica surrealista.
Magritte nasce in Belgio nel 1898 dove viene iniziato alla pittura fin dalla scuola elementare di Chatelet, di seguito, a diciott'anni, si iscrive all'Accademia delle Belle Arti di Bruxelles abbracciando definitivamente la carriera artistica. Trasferitosi a Parigi conosce i surrealisti francesi Breton e Eluard ma Magritte è diverso, è estremamente surrealista, tanto da risultare di troppo all'interno del mondo del surrealismo parigino. Le sue visioni, acquistano sempre più spessore, autonomia e importanza al di là della realtà. Questo, nel 1929, provocherà la rottura dell’amicizia con Breton. L'artista, intenzionato a dare un taglio del tutto personale alla sua arte, torna a Bruxelles dove coagula attorno a lui il gruppo dei Surrealisti Belgi.
Comincia da questo momento il viaggio nell'inconscio del pittore dove ciò che nasconde nelle sue opere diviene più importante di ciò che è rivelato, il mistero della scoperta diventa quasi ossessivo. Le caratteristiche fondamentali nei suoi quadri sono essenzialmente il nonsenso delle cose, il rapporto tra visione e linguaggio, il creare situazioni impensabili e inattese, il valorizzare oggetti comuni decontestualizzati facendoli apparire quasi sotto una nuova aura magica. Il risultato è una visione di bellezze inedite, assurde e al limite del concepibile, che mira quasi alla distruzione delle nostre sicurezze.
Diversamente dai surrealisti come De Chirico e Dalì nei dipinti di Magritte non sono protagonisti il sogno e l’inconscio ma piuttosto la veglia, una veglia fin troppo reale che rende gli oggetti più veri della realtà. Le sue sono opere, quindi, che non appagano per una bellezza classica ma che stimolano l’istinto nella ricerca della propria profondità, un viaggio interiore. Il "mistero", per Magritte, non è qualcosa di negativo da sconfiggere, ma qualcosa che meglio ci aiuta a comprendere la realtà. Questo pensiero si fa strada in un periodo storico di grossi cambiamenti, la nascita della fotografia e del cinema (l'artista ispirerà Bunuel nella produzione del cortometraggio Un Chien Andalou), della psicoanalisi e delle teorie sull'inconscio di Freud, il cercare di investigare l'ignoto, il nascosto, ciò che non si vede. Se nella pittura classica ad un'immagine era associata un'idea, un concetto, con i quadri di Magritte questo non è più vero: viene a mancare il nesso logico, l'associazione.
La novità strabiliante che l’artista introduce è appunto il fatto che il messaggio che il dipinto ci trasmette diventa di tipo filosofico, ci invita dunque a riflettere; l’opera d’arte diviene dunque riflessione, non più arte di per sé. Ne risulta un’immagine strettamente collegata al pensiero, un’immagine che è pensiero.
Una tecnica utilizzata in molti dei suoi quadri, Trompe-l’oeil, ci fa vedere la realtà e simultaneamente nello stesso punto di vista la sua rappresentazione pittorica. Sulla tela dipinta viene raffigurato quello che c'è al di là di essa e che contemporaneamente ci nasconde. Il paesaggio esiste dunque sia nella mente di chi osserva sia nella realtà, sia sulla tela: Magritte lo dipinge sulla tela una volta sola.
Il viaggio dell'artista terminerà, dopo un lungo periodo di spostamenti tra Francia e Italia, nel suo paese d'origine, Bruxelles a causa di un improvviso tumore.
Magritte ci ha lasciato alcuni tra i quadri più visionari e avanguardistici della storia dell'arte: una profonda visione dell'essere, viaggi tra realtà e illusioni, un percorso che ci conduce al nostro io interiore più intimo, nascosto. "Con Magritte la pittura abbandona il suo compito di divertire l'occhio, di eccitare e di sfogo sentimentale, per cominciare ad aiutare l'uomo a trovarsi, a trovare il mondo e arricchirlo."
Magritte ci regala un viaggio all'interno della nostra coscienza, ci fa cambiare rotta fino a farci perdere le tracce e privarci di ogni certezza, al punto da confondersi in essa.
A.L.
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