cinque ragazzi. cinque ragazzi per cinque argomenti: letteratura, arte, musica, cultura e non solo... cinque argomenti in "cinque righe": il pentagramma, un progetto che si propone di accendere la curiosità del suo lettore suggerendo semplici spunti di interesse generale. Discorsi intrecciati l'un l'altro come note musicali che cercano l'armonia uniti dalla stessa "chiave".

sabato 25 agosto 2012

David Grossman: Viaggio nell’ altro e nell’ altrove

E’ un duplice viaggio il romanzo Che tu sia per me il coltello di David Grossman: viaggio del lettore attraverso la vita di due personaggi, Yair e Myriam, e viaggio di questi due personaggi, sconosciuti l’uno all’altro, attraverso le reciproche vite.

“Myriam, tu non mi conosci e, quando ti scrivo, sembra anche a me di non conoscermi[…] Ti ho vista l’altro ieri al raduno del liceo. Tu non mi hai notato, stavo in disparte, forse non potevi vedermi”.


Così inizia un fitto scambio epistolare tra due persone che sanno nulla o pochissimo di chi c’è dalla parte opposta, dietro le parole. Yair vede la donna per la prima volta in un cortile di una scuola, e qualcosa in lei lo attira: uno sguardo malinconico, il ritrarsi nelle spalle; qualcosa gli fa capire che lei sola potrà accettarlo nelle sue virtù e nelle sue debolezze:

“Non spaventarti, non voglio incontrarti e interferire nella tua vita. Vorrei piuttosto che accettassi di ricevere delle lettere da me. Insomma vorrei poterti raccontare di me (ogni tanto) scrivendo. […] mi piacerebbe darti qualcosa che altrimenti non saprei a chi dare. Intendo qualcosa che non immaginavo si potesse dare a un estraneo. […] Se mi devo spiegare, allora è tutto inutile: non sentirti in dovere di rispondere, probabilmente mi sono sbagliato sul tuo conto. Ma se sei tu quella che ho visto stringersi nelle braccia con un cauto sorriso, credo che capirai”.

Quella tra Yair e Myriam è una partenza per un viaggio senza ritorno nelle terre inesplorate della personalità e della più intima natura umana. Un viaggio senza valige, zaini e punti di riferimento: si parte con il rischio di farsi male, senza sapere dove si va.
E quello che si scoprirà, che si cercherà di comunicare e di capire, prima di tutto di se stessi, sarà spesso degradante e umiliante, infantile ed egoistico. Sarà un viaggio che non dimenticherà di visitare le parti più buie e meno nobili della personalità, che cercherà di cambiare le cose ma che alla fine dovrà solo accettarsi per quello che è: le ferite forse non possono essere rimarginate, e Che tu sia per me il coltello ha sia la capacità di riaprirle, che di lacerare per la prima volta.

Come ci si potrebbe sentire a giungere in un paese straniero, lontano, diverso e nonostante tutto riconoscere ogni singolo luogo, ogni più piccolo angolo? E se per caso una via, un bosco o un fiume di questa terra così estranea e così vicina fossero proprio quella via, quel bosco e quel fiume che cercavamo?

Un viaggio nell’ Altrove e nell’ Altro dove “tu sei per me il coltello col quale frugo dentro me stesso”.


G.D.C.



Letture consigliate:
David Grossman, Che tu sia per me il coltello, Mondadori, tr. It. 1999;
Ma anche, dello stesso autore: Vedi alla voce: amore, tr. It. 1988 e Qualcuno con cui correre, tr. It. 2002

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