cinque ragazzi. cinque ragazzi per cinque argomenti: letteratura, arte, musica, cultura e non solo... cinque argomenti in "cinque righe": il pentagramma, un progetto che si propone di accendere la curiosità del suo lettore suggerendo semplici spunti di interesse generale. Discorsi intrecciati l'un l'altro come note musicali che cercano l'armonia uniti dalla stessa "chiave".

sabato 16 marzo 2013

La sfida


Raul non poteva credere ai suoi occhi. L’autobus aveva frenato di colpo. Tutti i passeggeri, subendo la forte spinta, sbatterono con le teste sui sedili che avevano di fronte. 
“Ma cosa cazzo succede?” pensò tirando il collo in avanti per vedere se avevano impattato contro qualcosa. Si profilò un’immagine d’altri tempi: due tori, uno bianco e uno nero, si stavano incornando senza risparmiarsi, sembravano davvero incazzati. Proprio nel bel mezzo della strada, i duellanti avevano bloccato il traffico, creando due file interminabili che in lontananza le macchine sembravano degli insetti.
Raul, nel frattempo, era sceso dall’autobus, per godersi più da vicino la sfida tra titani. Ogni volta che le corna si scontravano, l’urto creava un boato secco, come quello di un fulmine ma meno ridondante, senza nessun riverbero, come una roccia che dopo un lungo volo nel dirupo va a sbattere frantumandosi in mille pezzi su una pietra più grande. 


Attorno dei ragazzini seguivano estasiati il combattimento, gridando, tifando chi per l’uno, chi per l’altro, tanto che senza accorgersene il gruppetto di giovincelli si era diviso precisamente a metà: una parte faceva il tifo per il toro nero, l’altra per il bianco.
Quando le corna impattavano, tutta la muscolatura del toro, in una tensione incredibile verso terra spingeva, come la forza di un uragano,e il terreno tremava. Nessun dei due mollava, nessuno dei due retrocedeva, le grandi teste, appoggiate l’una all’altra, sembravano il perno di una giostra a due braccia che ruotava: mentre urtavano, i corpi, il bianco candore e la buia tenebra, creavano con le zampe posteriori la circonferenza di un cerchio sulla polvere della strada.
Nella terra dove i tori sono sacri, quella sfida durò alcuni minuti, ma sembrarono un’eternità: dopo che i due tori, stanchi di tutti gli sguardi increduli, avevano deciso di finirla lasciandosi, il bianco da una parte, il nero dall’altra della strada, anche la polvere che si era alzata nell’aria svanì, e soltanto allora si vide il cerchio, come tatuato per terra, nella sua perfetta bellezza. 


A.B.

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