cinque ragazzi. cinque ragazzi per cinque argomenti: letteratura, arte, musica, cultura e non solo... cinque argomenti in "cinque righe": il pentagramma, un progetto che si propone di accendere la curiosità del suo lettore suggerendo semplici spunti di interesse generale. Discorsi intrecciati l'un l'altro come note musicali che cercano l'armonia uniti dalla stessa "chiave".

venerdì 25 ottobre 2013

Come un caffè

Un soffio di vento.
Il dondolio della sedia.
Le mie pieghe.
Ho sete.
Liquirizia,aroma dolce…
Un sorriso gelato.
I tuoi passi...
La bambina che corre,
Le gote rosse.
Le mani sotto il cappotto.

La vita è un attimo.
Sì,un soffio…
Aroma dolce...
I mandarini profumati
E pieni di semi…
Un bacio in silenzio
Che fonde la liquirizia...
Parole sussurrate
Nel vento.
La vita è un Canto.

Ti sfioro.
E sono foglia ed erba…
Calore,amore…
Poi neve,acqua,vapore…
Tu che nasci e che muori,
tra le mie pieghe,
e mi spettini
i riccioli
d’ombra…
Come un soffio di vento.

Tante strade e noi nel mezzo.
Come un caffè,
Né dolce, né amaro…
Da bere bollente.

La vita è un attimo…




E.E.A.



martedì 22 ottobre 2013

Castanhas em Lisboa


Sembra impossibile ma pure a Lisbona cucinano le castagne.
Scendendo alla stazione Cais do Sodrè, poco distante, si trovano dei chioschetti a forma di trenino che offrono castagne ai passanti. Sabato, per la prima volta da quando sono qui, sono incappato in uno di questi curiosi baracchini.


Chiaramente, da buon amante della castagna, non c'ho pensato due volte a prenderne un cestino. 
C'è da precisare che sabato, qui, la temperatura ha toccato i 22° C e c'era il sole. Un sole estivo, da maniche corte. 
C'è da precisare pure che qui - per chi non lo sapesse - c'è pure il mare. No, l'oceano.
Ho mangiato le castagne seduto in riva al mare con una t-shirt estiva e gli occhiali da sole.
Devo dire che per un istante mi sono sentito a disagio; abituato all'ottobre nebbioso, scuro e freddissimo della pianura padana, durante il quale si scaldano le castagne nel forno o nel caminetto; ma la gente sembrava non curarsene.

Il nostro autunno è diverso, ricordo che da piccini in questo periodo si andava in collina a cogliere le castagne, "con i guanti mi raccomando che non voglio passare tutta la sera poi a toglierti aghi dalla mano, e vestiti, metti la sciarpa che fuori si gela".
Poi si tornava la sera, si faceva il taglio alla castagna ("sennò in forno esplodono!!") e si infornavano. Aspettando, si cominciava a scaldare il vino per fare il vin brulè - per i più oziosi c'era pure il preparato- e si stava tutti spalmati di fronte al forno a bocca aperta, aspettando che le castagne si cucinassero.
E non dimentichiamoci che, arrivati ad una certa età, la festa che andava (e va pure ora!) per la maggiore è la famigerata "Festa del Maron" di Val Rovina, famosissima in tutto il comprensorio per le gustosissime castagne gigantesche (ma pure per il vino rosso "labbra-rosse").

Seduto nel lungo mare (che in realtà è la riva-foce del Rio Tejo) mi sono tornate alla mente queste immagini e quando sono svanite, con loro è passata pure la fame. 
Ahi ahi que saudade!!

Poco male, le castagne erano tutte bruciacchiate fuori e scotte dentro.

A.L.