cinque ragazzi. cinque ragazzi per cinque argomenti: letteratura, arte, musica, cultura e non solo... cinque argomenti in "cinque righe": il pentagramma, un progetto che si propone di accendere la curiosità del suo lettore suggerendo semplici spunti di interesse generale. Discorsi intrecciati l'un l'altro come note musicali che cercano l'armonia uniti dalla stessa "chiave".

sabato 15 dicembre 2012

S(CULTURA)

I “La scultura è (nel senso moderno del termine) l'arte di dare forma ad un oggetto partendo da un materiale grezzo o assemblando diversi materiali.”

II “È possibile modellare un oggetto per addizione o sottrazione, a seconda del materiale. Materiali come il legno permettono di scolpire intagliando o scolpendo la materia stessa. Altri materiali, invece, consentono di modellare per addizione aggiungendo man mano materia alla materia.”

III Mi è stato spiegato che lavorare l’argilla è facile perchè è un materiale, per l’appunto, che presuppone il togliere piuttosto che l’aggiungere: “quando è marmo, una volta che è tolto, è tolto”, dice il mio maestro. Quindi io, che sono una principiante, che non ho idea di cosa siano le proporzioni, che non sono mai stata in grado di disegnare nemmeno una faccia, ho scelto di seguire un corso di scultura di argilla.



IV La prima lezione facciamo il vaso, ma non usiamo il tornio elettrico, si fa tutto a mano “per prendere confidenza con la materia”. Prima regola: fare dei salsicciotti secondo lo stesso pricipio seguito dalle nonne nel momento in cui preparano gli gnocchi. Unirli uno sopra l’altro spingendo contemporaneamente il pollice interno al vaso verso il basso e l’indice esterno verso l’alto, eseguire il movimento lungo tutta la superficie del salsicciotto evitando di premere troppo altrimenti si rischia che a metà opera “il vaso crolli”. Io premo troppo, vuol dire che son nervosa (dice il mio maestro), e il vaso mi crolla: “in questi casi non bisogna perdere la pazienza, passami i ferri, l’acqua e l’argilla che sistemiamo tutto”. Il mio maestro mi sistema il vaso. Ora sta in piedi e sembra un vaso. Ci metto la firma prima che si secchi tutto.

V Passano le settimane e noi allievi un po’ ‘miglioriamo’. È ora di fare un nudo di donna, o di uomo; a seconda di cosa ci riesce meglio. A me basta che sembri un essere umano, non mi importa cosa, o chi. “Stai togliendo troppo! ...Togli troppo! Così le mancano le proporzioni! Ma non ha i fianchi! E poi le maniglie dell’amore dove le lasci? Passami l’argilla questa donna troppo magra, fa schifo.” Dunque citerei Caparezza: Chi manomette le tette della scultura | ne ignora l'amore e la cura.

VI Facciamo la mano: si prende un cubo di argilla, lo si sbatte di qua e di là fino a dargli una forma rettangolare e si tagliano le dita, che devono essere cinque, anche se il pollice non conta molto perchè è più esterno rispetto alle altre quattro. Si fanno le falangi e, per ultime, le unghie perchè sono le più difficili; bisogna darci dei colpetti sicuri a destra e a sinistra stando attenti a non farle sembrare scavate nella carne. Io levo troppo, mi cade il mignolo, è tutto troppo magro e sproporzionato, stavolta non sono soddisfatta, invece il mio maestro si lascia andare e dice: “ma guarda che bella! sembra la tua mano!”

VII Un inconveniente: seguendo un corso di scultura si impara più o meno a riconoscere le proporzioni che ci devono essere tra le varie parti del corpo umano quindi, ad esempio, tra testa e spalla, tra naso e fronte, tra polpaccio e coscia. Mi rendo conto, probabilmente sempre in ritardo rispetto a figuraccia occorsa, che spesso mi trovo (anche per riuscire a memorizzarle) a fissare determinate persone e a contare se il loro occhio ci sta esattamente una volta nello spazio occupato dal naso, o a cercare di capire da dove parte il lobo dell’orecchio rispetto alla punta del naso, suscitando così alcune fastidiose smorfie di disapprovazione in chi subisce il mio scrutare.

VIII Un corso di scultura permette anche di scoprire quegli eventi mondani ed artistici che altrimenti ci resterebbero estranei. È questo il caso del Festival internazionale delle sculture di neve che si terrà dal 9 all’ 11 gennaio a San Candido, in provincia di Bolzano. ‘‘Le sculture in ghiaccio’’ dice il volantino informativo, “rimarranno al loro posto fino a quando, con l’approssimarsi della primavera, non si scioglieranno”. Oppure, anche se questo io già lo sapevo, che esiste il campionato mondiale di sculture su sabbia a Cervia, in provincia di Ravenna, che lì le opere raggiungono anche gli 8 metri di altezza, che devono essere costruite in 3 giorni e che dovranno rispettare dei “canoni internazionali secondo i quali la sabbia deve essere impastata solo con acqua e non può avere al suo interno nessun supporto rigido”.



IX E poi.. “C’è chi si accontenta, come me, di fare gli ombrellini di buccia d’arancia sostenuti da stuzzicadenti e chi invece, come Dan Cretu, si sbizzarrisce in sculture di elevata complessità.
Aiutato dalla brillantezza e lucentezza dei colori della frutta e della verdura, questo visual artist riesce a generare delle sculture davvero singolari, riproducendo oggetti del vivere quotidiano come macchine fotografiche, biciclette, scarpe da tennis.” (
BarbaraPicci)


X Scolpire permette veramente di creare con il più diverso materiale qualcuno o qualcosa che sia come più o meno lo vogliamo noi e nient’altro. E se alla fine proprio non ci piace, basta poco e si può ritentare.




S.T.

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