cinque ragazzi. cinque ragazzi per cinque argomenti: letteratura, arte, musica, cultura e non solo... cinque argomenti in "cinque righe": il pentagramma, un progetto che si propone di accendere la curiosità del suo lettore suggerendo semplici spunti di interesse generale. Discorsi intrecciati l'un l'altro come note musicali che cercano l'armonia uniti dalla stessa "chiave".

sabato 15 dicembre 2012

Le X scene più belle del cinema del XX° secolo


Premessa: come tutte le classifiche, anche questa è personale e provvisoria. Non nego che vista la vastità delle possibili scelte io stesso potrei riscriverla X volte in modo diverso.

# 10 – Un giorno di ordinaria follia (J.Schumacher, 1993). Il giorno di ordinaria follia per Bill (Michael Douglas) inizia in un afoso tardo pomeriggio estivo imbottigliato in mezzo al traffico. Il caldo è insopportabile, la coda infinita non va avanti, tutti continuano a suonare il clacson e ad urlare, le mosche non danno tregua…c’è solo una cosa da fare: lasciare lì la macchina e andare a casa a piedi! “Ehi, dove crede di andare lei?” “Vado a casa!”.



# 9 – Il pianeta delle scimmie (J.F.Schaffner, 1968). La prima volta che vidi il finale di questo film restai di stucco. Sarà che quando guardo un film non mi chiedo mai cosa potrà succedere, ma ingenuamente non mi era nemmeno passato per la testa che fosse successo veramente. Straordinaria l’ultima inquadratura che allarga lo zoom fino a svelare il mistero della disperazione dell’uomo.

# 8 – Salvate il soldato Ryan (S.Spielberg, 1998). La scena dello sbarco in Normandia è forse la più cruda e veritiera scena di guerra mai realizzata, che non può non scuotere lo spettatore; dall’apertura dei portelloni dell’imbarcazione alla pioggia di proiettili è un crescendo di violenza, dolore, morte fino alle inquadrature di corpi martoriati e dell’acqua del mare impregnata di sangue. Qui non parlo di una scena bella dal punto di vista estetico, anzi, ma bella in quanto capace come nessun’altra scena di far odiare la guerra. 

# 7 - Il buono, il brutto, il cattivo (S.Leone, 1966). Il triello finale è una scena (giustamente) entrata nella leggenda del cinema. Tre uomini in un cimitero arido e desolato alla ricerca di una tomba piena d’oro. Il nome della tomba scritto su una pietra, intorno alla pietra i tre uomini con la mano pronta sulla fondina: chi uccidere per primo? La tensione, le musiche epiche di Ennio Morricone, i primi piani, lo sguardo affannato di Tuco (Eli Wallach), preoccupato di Sentenza (Lee Van Cleef), tranquillo del “biondo” (Clint Eastwood) rendono questa scena memorabile

# 6 - Apocalypse now (F.F.Coppola, 1979). La chiamano “psicoguerra”. Proviamo per un attimo a metterci nei panni dei vietnamiti: in lontananza sentiamo le note della Cavalcata delle Valchirie di Wagner, guardiamo all’orizzonte e tra la luce del sole al tramonto scorgiamo uno stormo di “uccelli” avvicinarsi, e più si avvicina più la musica si fa forte e aumenta di intensità; fino a che lo stormo comincia a lanciare i suoi missili, ed è la fine per noi, sempre sotto le note di Wagner

#5 - Il cacciatore (M.Cimino, 1978). Una rivoltella puntata alla testa, una sola pallottola inserita, cinque possibilità su sei di sopravvivere. È il terribile “gioco” della roulette russa, che Mike (Robert De Niro) e i suoi amici, prigionieri dei Vietcong, sono costretti a fare se non vogliono essere dati in pasto ai topi. Ma Mike ha una forza d’animo incredibile, e pur di risollevare i suoi amici è disposto ad inserire tre pallottole come affronto ai Vietcong. Nessuno uscirà più come prima da quella prigionia.

# 4 - Pulp fiction (Q.Tarantino, 1994). Il periodo pulp di Tarantino (Le Iene e Pulp Fiction) si può racchiudere nella scena di quest’ultimo a casa di Brett, dove Jules (Samuel L. Jackson) e Vincent (John Travolta), i sicari di Marsellus Wallace, interrompono la colazione del giovane ragazzo a base di hamburger (“La colonna portante di ogni colazione vitaminica!”), per fare i conti con lui. La scena anche se vista e rivista mille volte non può non lasciare ipnotizzati per i dialoghi taglienti ed esilaranti (anche grazie al grande doppiaggio italiano di Luca Ward) con cui Jules inveisce contro Brett, su tutti il farfugliamento di “cosa?..cosa?” e il leggendario (finto) passo della Bibbia (“Ezechiele, 25-17”) con il quale lo scagnozzo è solito dare l’estrema unzione alle sue vittime

#3 - Rocky II (S.Stallone, 1979). La consueta corsa di allenamento che si ripropone in tutti i Rocky, nel secondo capitolo della saga è forse più carica di significato; inseguito prima da un gruppetto di ragazzini, poi da una città intera, Rocky trascina dietro di sé la gente diventando il simbolo del riscatto sociale e del “tutti possono farcela”. Tanto che ancora oggi i turisti di Philadelphia non possono resistere dal fare di corsa le famose scale e, una volta giunti in cima con il fiatone, alzare i pugni in aria gridando “ce l’ho fatta!”. 

#2 - Il padrino (F.F.Coppola, 1972). Scena finale. Kay Adams (Diane Keaton) versa qualcosa da bere; suo marito le ha permesso per la prima e ultima volta di chiedergli chiarimenti sui suoi affari. Michael (Al Pacino) le ha confessato che non è vero  quello che si sente in giro, non è lui il mandante degli assassini che hanno fatto fuori quasi tutti i boss della malavita newyorkese. Ma dietro a Kay, attraverso la porta rimasta aperta, si intravedono i fedeli compagni di Michael baciargli la mano; è il nuovo don Corleone, degno erede di suo padre. La porta si chiude, così come il cuore di Kay.



#1 - Barry Lyndon (S.Kubrick, 1975). Il duello più bello della storia del cinema. Lentissima la scena, ma forse proprio per questo carica di pathos, di tensione, di angoscia, sottolineata dall’espressione del viso di Lord Bullington (Leon Vitali, incredibile come un attore in grado di esprimere una tale emozione sia apparso in soli tre film) deciso più che mai a far pagare caro al patrigno Barry Lyndon (Ryan O’Neal) l’affronto subito. Impossibile creare una scena più densa di emozioni.


Altre scene meritevoli di entrare nella classifica: Qualcuno volò sul nido del cuculo (M.Forman, 1975 – Partita a blackjack); Full metal jacket (S.Kubrick, 1987 – Discorso iniziale del sergente Hartman); Shining (S.Kubrick, 1980 – Scena in cui Jack sfonda la porta); Seven (D.Fincher, 1995 – Scena finale); Thelma & Louise (R.Scott, 1991 – Scena finale); A qualcuno piace caldo (B.Wilder, 1959 – Scena in cui Marilyn prende il treno); C’era una volta in America (S.Leone, 1984 – Scena in cui Dominick mangia il bignè sulle scale); Platoon (O.Stone, 1986 – Morte di Elias); Arancia meccanica (S.Kubrick, 1971 – La cura Ludovico);………….


M.F.

Nessun commento: