cinque ragazzi. cinque ragazzi per cinque argomenti: letteratura, arte, musica, cultura e non solo... cinque argomenti in "cinque righe": il pentagramma, un progetto che si propone di accendere la curiosità del suo lettore suggerendo semplici spunti di interesse generale. Discorsi intrecciati l'un l'altro come note musicali che cercano l'armonia uniti dalla stessa "chiave".

mercoledì 22 febbraio 2012

Il personaggio Al Pacino

Se fossi un insegnate di recitazione, ai miei studenti direi solamente due parole: Al Pacino.
Certo, nessuno è perfetto, non lo sono gli dei dell’Olimpo figuriamoci se lo può essere Pacino; ma se devo scegliere un attore che ne possa rappresentare la categoria, non ho alcun dubbio.
Al Pacino fa parte di quella generazione di attori che negli anni ’70 hanno fatto la storia del cinema, insieme a Robert De Niro, Dustin Hoffman, Jack Nicholson. Il cinema di quegli anni era molto diverso rispetto ad oggi, si basava su storie semplici ma mai banali, con un pathos ed un’emotività nei dialoghi molto intensa, che facevano risaltare le qualità dell’attore, oggi forse surclassate da trame complicate e dalla ricerca spasmodica del colpo ad effetto.
I personaggi interpretati da Al Pacino, seppur completamente diversi l’uno dall’altro, sono entrati nella storia: da Michael Corleone ne Il Padrino a Tony Montana in Scarface, da Carlito Brigante in Carlito’s Way a Frank Serpico in Serpico. Molte volte il personaggio in questione si riferiva ad una persona e ad una storia reale, ma il merito di Al Pacino è sempre stato quello di rendere originale ed unico il personaggio: non ve n’è uno che assomigli all’altro. A mio avviso, la migliore interpretazione in assoluto Al Pacino l’ha fornita nel 1975 in Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet: l’attore riesce a trasmettere le sensazioni di paura, frenesia, inesperienza che attanagliano il ladro di banca che si vede sfuggire la situazione di mano, che deve allo stesso tempo tenere a bada un complice a dir poco strano, un negoziatore irrequieto, il direttore di banca diabetico, la folla, la polizia, la TV, l’uomo della pizza…
Al Pacino si immedesima nel personaggio e lo rende suo, anzi nostro. Ci fa entrare nel film, ce lo fa vivere di prima persona quasi fossimo noi spettatori i protagonisti. Così sentiamo nostra la frenesia giovanile e la ricerca dell’eccesso di Bobby in Panico a Needle Park, la fermezza nello sguardo e nelle decisioni di Michael Corleone ne Il Padrino, la lussuria e la malvagia pervicacia di John Milton ne L’Avvocato del diavolo, o l’incorruttibilità e la denuncia di Frank Serpico in Serpico.
La cosa che più emoziona nella recitazione di Pacino è l’espressività nello sguardo: rabbia, dolore, soggezione, decisione, vengono trasmesse da due enormi occhi profondi e scuri a cui l’attore sa dare sempre la migliore espressività. Un’espressività tale da consentirgli di vincere il premio Oscar (l’unico nella sua carriera) nel 1992 come miglior attore protagonista in Scent of a Woman – Profumo di donna di Martin Brest, dove Al Pacino interpreta Frank Slade, colonnello cieco in pensione che ha deciso di godersi l’ultimo week end della sua vita. Altro marchio di fabbrica di Al Pacino sono i monologhi, come ad esempio quello del coach Tony d’Amato in Ogni maledetta domenica, o di John Milton ne L’avvocato del diavolo, memorabile quello finale di Scent of a Woman, ma ancora più straordinaria l’arringa di Arthur Kirkland in …E giustizia per tutti di Norman Jewison.
A completare il quadro ci pensa poi una voce particolare e caratteristica, acuta e squillante nelle interpretazioni giovanili, diventata poi progressivamente rauca e matura negli anni ’90 (una nota di merito va in tal proposito ai doppiatori italiani di Al Pacino, Ferruccio Amendola prima e Giancarlo Giannini poi, i quali, soprattutto Giannini, concorrono a rendere magistrali le interpretazioni dell’attore). Ed è anche nella pronuncia che Al Pacino riesce a rendere unici i propri personaggi, mi riferisco in particolar modo all’accento ispanico di Tony Montana in Scarface o al dialogo siculo-americano tra Michael Corleone e Sollozzo ne Il Padrino.
Insomma, Al Pacino è un attore in grado di emozionare, divertire, appassionare come pochi, ed ogni sua interpretazione merita la visione a prescindere, perché lascia sempre qualcosa. Ma, come direbbe Lefty Ruggiero in Donnie Brasco, “che te lo dico a fa’?”
Concludo proponendo una top five (personale, come tutte le classifiche d’altronde) delle interpretazioni di Al Pacino; mi riferisco solamente alla performance dell’attore, non al film nel complesso (nel qual caso Il Padrino non avrebbe rivali).
1.       Quel pomeriggio di un giorno da cani (1975)
2.       Scent of a woman – Profumo di donna (1992)
3.       …E giustizia per tutti (1979)
4.       Scarface (1983)
5.       Il Padrino parte II (1974)
Ora sarei curioso di leggere le vostre top five!
[M.F.]


3 commenti:

Angel Heart ha detto...

Mio caro Ptah, non so chi tu sia, ma permettimi lo stesso di complimentarmi per questo tuo bellissimo e soddisfacente articolo sul Dio della recitazione. Sono d'accordo con te sotto ogni punto di vista, specie quando parli dell'espressività dell'attore (decisamente fuori dal comune, su questo non si discute) e sulla sua ineguagliabile capacità di donare uno spessore reale, autentico ed umanissimo ad ogni singolo personaggio che interpreta (indimenticabili i suoi sguardi, lui come pochi è capace di incarnare tante emozioni in una semplicissima occhiata).

Detto questo, vorrei però farti notare che nella tua ispirata, profonda ed efficace analisi hai dimenticato di citare (immagino per questioni di spazio...) due opere d'elite sicuramente meno popolari presso il grande pubblico ma decisamente fondamentali nella filmografia del maestro. La prima, è il controverso "Cruising", film del 1980 diretto dal grande William Friedkin... un'opera cattiva e repellente, non per tutti i gusti, che ha finito irrimediabilmente per intaccare la carriera di Pacino (bravo, ma forse un pò fuori parte). Un thriller poco riuscito sotto svariati punti di vista, ma ad ogni modo avvincente e non privo di un certo fascino. Vale comunque la pena per vedere Pacino in vesti (molto) diverse dal solito.
E la seconda, è il sublime "Lo Spaventapasseri" di Jerry Schatzberg (realizzata a cavallo tra "Panico a Needle Park" e "Il Padrino"). Un malinconico viaggio alla ricerca della propria identità tra sogni, delusioni ed illusioni, in cui si può ammirare uno straordinario Pacino (tanto quanto il suo protagonista Gene Hackman) dare vita ad uno dei personaggi più veri, sofferti e toccanti della sua intera carriera (la bravura con la quale Al riesce a passare dalle scene buffe a quelle drammatiche è indescrivibile, al solo pensarci mi vengono le lacrime agli occhi). Se non l'hai ancora visto, ti consiglio di pescarlo al più presto... in caso contrario, se hai già avuto il piacere di visionarlo, ti consiglio lo stesso di riguardartelo per ammirarne di nuovo la bellezza (o eventualmente, per un'altra valutazione).

Chiusa questa parentesi, mi complimento ancora una volta per il tuo ottimo lavoro, ho letto le tue righe con immenso piacere. Le cose che dici sono cose già risapute, è vero, ma la maniera in cui le hai buttate giù fanno ben capire quanto tu, come me, sia ben di più di un semplice recensore. Sei un appassionato vero: non possono far altro che sentirmi totalmente solidale nei tuoi confronti!


Infine, mi risulta veramente difficile fare una graduatoria, è talmente bravo questo attore che mi sentirei troppo in colpa a menzionare solo cinque titoli... ovvio che non voglio togliere niente a tutti gli altri suoi film (anche perchè, come hai già evidenziato tu, sono veramente tanti).
Perciò, procederò con due classifiche: la prima con i miei film preferiti, la seconda (sempre soggettivamente parlando) con quelle che reputo le sue migliori performance.

Classifica Film Personale:
1. Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani
2. Heat: La Sfida
3. Americani
4. Carlito's Way
5. Donnie Brasco

Classifica Best Performances:
1. Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani
2. Il Padrino
3. Lo Spaventapasseri
4. Scarface
5. Serpico


Ma come ti dicevo, sceglierne solo cinque mi spezza il cuore.
In gamba, alla prossima!!!

P.S. Bravo anche per il fatto di aver citato i suoi due storici doppiatori Amendola e Giannini. Se Al Pacino, in Italia, è così tanto amato, è anche per merito loro. Due colossi immortali. Grazie di tutto!

M.F. ha detto...

[Risposta ad Angel Heart] Conosco i due film che hai citato, li ho visti una sola volta quindi il mio giudizio non può essere completo. Per quanto riguarda "Cruising", l'argomento è delicato, non voglio scendere a facili pregiudizi e luoghi comuni (per chi non lo sapesse il film affronta tematiche omosessuali) ma è una delle rare volte in cui Al Pacino non mi ha convinto...lo trovo fuori ruolo, apatico, e il modo in cui il film si sviluppa di certo non mi aiuta ad apprezzarlo.

Ne "Lo Spaventapasseri" sicuramente il mio giudizio è diverso: il film non mi piace, non mi ha coinvolto e mi ha annoiato in molti punti, ad Al Pacino do la sufficienza, ma lo vedo come un passo indietro notevole rispetto a "Panico a Needle Park". Questa mia considerazione prendila con le molle, per un giudizio più approfondito dovrei rivedere il film, motivo per cui non l'ho nemmeno citato nell'articolo. Poi chiaro, come dici tu per motivi di spazio ho omesso Heat-La Sfida, Americani, Insomnia, Seduzione Pericolosa e molti altri in cui Al Pacino è da ammirare, ma dove forse non va oltre le linee come in altre occasioni. Grazie per il tuo commento!!

Unknown ha detto...

Non nasceranno mai più degli Attori così grandi che empaticamente soddisfano la platea all'apice del piacere sono i Cineganstar più colossal ed Alpacino e il più grande di tutti insieme hai Grandi Maestri Ferruccio e G.Giannini , ambienti Ghetti sono stati capaci di trasformarli im miniere di Grazia e Saggezza chi capisce il significato Ama la vita .