cinque ragazzi. cinque ragazzi per cinque argomenti: letteratura, arte, musica, cultura e non solo... cinque argomenti in "cinque righe": il pentagramma, un progetto che si propone di accendere la curiosità del suo lettore suggerendo semplici spunti di interesse generale. Discorsi intrecciati l'un l'altro come note musicali che cercano l'armonia uniti dalla stessa "chiave".

sabato 25 maggio 2013

Arte Sella: la natura oltre la cornice



L’arte è davvero natura? E’ una domanda complessa, alla quale non sempre si è risposto in maniera positiva. Arte e natura vivono costantemente un rapporto nato tra insidie ed ostacoli, ma consolidato negli ultimi secoli. Due elementi distinti che crescono legandosi fino a diventare cosa unica, fino alla fine, fino alla decadenza dell’opera d’arte. Come nel Romanticismo, lo spirito dell’essere umano acquista un sentimento fortissimo per il paesaggio in quanto ambiente plasmato dall’uomo.
Installare un’opera d’arte nel contesto naturale, implica un conseguente cambiamento di ordine comportamentale, essendo l’artista in primo luogo lui stesso un essere assolutamente naturale, un intreccio di materia e chimica, mescolate a qualsiasi forma di spiritualità. La natura smette di essere dunque la “cornice” dell’arte e s’ingloba in essa, in quanto quest’ultima deve prima di tutto conoscere le proprietà delle cose per raggiungere la massima espressione. La Land Art ne rappresenta un importante traguardo.
 
Una gita nel cuore della Valsugana, in Val di Sella può meglio chiarire le idee di questa lunga premessa. Ad un’ altitudine di 990 metri, sotto la protezione delle Dolomiti, si trova l’avvincente percorso di “Arte Sella”, forse il più bel parco italiano dedicato alla Land Art.


 

Alla base di questo progetto, nato nel 1986, stava l’intenzione di creare un’associazione per lo sviluppo locale del concetto di arte nella natura. Questo poi ha portato l’allora giovane movimento a diventare un vero e proprio fenomeno internazionale di arte ambientale, dove gli artisti partecipanti sentivano il bisogno di evadere verso un contesto aperto, dileguarsi da uno spazio limitato, verso un vero dialogo con il bosco circostante. Dieci anni più tardi, nel 1996 nasce il percorso “Artenatura”, lungo il sentiero forestale sul versante meridionale del monte Armentera, spostando il punto focale del progetto su Malga Costa, intorno alla quale si instaura un contesto artistico delimitato che propone una visita quasi museale. Arte Sella dunque offre ancora oggi due tipologie di visita differenti, una ad accesso libero attraverso il bosco alla scoperta delle installazioni sul percorso Artenatura; l’altra circoscritta (ma ancora più interessante), accerchiando Malga Costa e ammirando anche in questo caso le ultime novità artistiche.

L’arte dev’essere l’interpretazione che lo spettatore si fa della natura, ed è proprio questo l’obiettivo di Arte Sella. L’artista crea un rapporto sociale assolutamente fondamentale in quest’esperienza, dove scultura e architettura viene dalla vegetazione. La natura è una fonte di conoscenza, dove non solo l’artista, ma ogni organismo attinge la memoria. Un ritorno fondamentale, quasi ancestrale, ai materiali organici, in contrasto con le ultime tendenze dell’arte contemporanea, che spesso e volentieri abusa di materiali innaturali.
In Arte Sella, l’installazione viene inglobata nel paesaggio, perdendo la sua autonomia, perché troppo legata all’organicità degli alberi e della terra. Un legame radicale che porterà ineluttabilmente alla decadenza dell’opera stessa, ma è così che deve essere, perché in natura nulla è eterno ma tutto è ciclico. L’opera esce dunque dalla stabilità del “banale” quadro (la cornice appunto) per intraprendere un ciclo organico, dove la natura diventa incontrastata guida di un nuovo processo creativo. Un percorso biologico, temporaneo, che svuota le opere anche del loro valore per rafforzarne il significato. L’arte ritorna alla purezza originale del suo ruolo rappresentativo.

Addentrandosi in Malga Costa non si può non parlare del monumentale capolavoro di Giuliano Mauri: la “Cattedrale Vegetale”, realizzata nel 2001, è senz’alcun dubbio l’opera più emozionante di tutto il parco. Architettura pura, verticale, architettura vera, quella che con gesti minimali porta la natura a trionfare incontrastata, almeno qui. Come Chateaubriand comparava le foreste alle cattedrali gotiche della Francia, anche qui in Val di Sella si ritorna dopo quasi due secoli a proporre la stessa lettura, che esige umiltà nella riscoperta delle nostre origini.

François Lelong, scava invece nella pietra un cerchio ritmico,lungo il tragitto del sole in un’aurea continua di luminosità. Si passa poi a Chris Drury, “La Stanza nel Cielo”: una microarchitettura che conduce ad un mondo rovesciato, facendo scorrere immagini delle montagne capovolte come una camera oscura. Drury crea un luogo della meditazione, dove ognuno è libero di dedicarsi ai propri sensi. Si ricrea il dialogo tra essere umano e natura sulla base di un linguaggio mistico, sovrannaturale.


Ciò che rende speciale Arte Sella (e la Land Art in generale) è il fatto che si eviti la solita lezione sull’arte, prediligendo invece una lezione comportamentale nell’approccio di ogni singolo visitatore. Quello con la natura è un rapporto vitale, che insegna a riflettere e a meditare.
L’intervento dell’uomo, in particolare nel percorso Artenatura, non è altro che un tramite per legarci alla terra e a tutto ciò che essa implica, in azioni piene di poetica. Interventi minimali, iniezioni isolate, delle quali vengono esaltate le differenze. In definitiva viene plasmata un’immagine ideale del mondo, nel quale l’arte, senza alcuna limitante cornice, caratterizza la nostra civiltà.





M.B

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