IUMO
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cinque ragazzi. cinque ragazzi per cinque argomenti: letteratura, arte, musica, cultura e non solo... cinque argomenti in "cinque righe": il pentagramma, un progetto che si propone di accendere la curiosità del suo lettore suggerendo semplici spunti di interesse generale. Discorsi intrecciati l'un l'altro come note musicali che cercano l'armonia uniti dalla stessa "chiave".
Decido di imitarla e mi attacco anch'io alle cuffie per iniettarmi una sana dose di benessere facendo trascorrere così l'ultima mezz'ora che mi separa dalla nostra Capitale. Eh già sto andando verso il centro del mondo per inseguire uno dei miei tanti sogni, verso il "Caput Mundi", la culla dell'arte, verso la sede dell'impero partito dai seni di una lupa spelacchiata, la città di Cesare, delle orchestre, di Vacanze Romane e di Alberto Sordi. La città di Cinecittà…la città dei grandi registi.
John Simon Ritchie non era sicuramente un ragazzo come tutti gli altri, e questo forse a causa di un’infanzia tutt’altro che serena: una madre tossicodipendente e un padre che poco dopo la nascita del figlio scappa a gambe levate non possono essere considerati proprio dei genitori modello.
Tutto ciò accadde, tra i diversi paesi, anche in Mali. Colonia francese dal 1860 circa, esattamente un secolo dopo ottenne l’indipendenza e l’ascesa al governo del primo presidente della nazione Modibo Keita. In poco tempo però Keita mise in ginocchio l’economia del Paese venendo deposto dopo un sanguinoso colpo di stato nel 1968. La storia si è ripetuta per Moussa Traoré nel 1991 e si è conclusa nel 1992 con le prime elezioni democratiche e l’elezione di Konare che, alla fine del mandato, venne sostituito nel 2002 da Amadou Toumani Touré che, rieletto nel 2007, nel rispetto della Costituzione non si è candidato per il 2012. Ma la storia, si sa, si ripete, si ripete, si ripete e anche A.T.T. ha subito il fatidico golpe lo scorso 22 marzo. Guidato da Amadou Sango, il Comitato nazionale per la restaurazione della democrazia e dello stato ha denunciato il governo di incompetenza e di non aver saputo sedare la ribellione dei tuareg a nord del Paese quindi ha preso il controllo della presidenza, sciolto il Parlamento, arrestato alcuni ministri, sospeso la Costituzione e annunciata una di nuova. ll golpe non avrebbe fatto vittime civili ed i militari avrebbero preso Bamako semplicemente sparando in aria, ma l'ormai ex presidente Touré ed il suo entourage non si trovano più, nessuno sa dove siano fuggiti o dove siano stati portati.
La comunità internazionale, la Francia, gli Usa, gli occidentali in generale e l'Onu stesso hanno condannato il colpo di Stato sottolineando come questo metta a rischio tutta la regione. Non bisogna però dimenticare che il golpe del Mali è una diretta conseguenza della guerra in Libia e del saccheggio delle armi che hanno effettuato i mercenari tuareg arruolati nell'esercito di Gheddafi. Con la caduta del dittatore infatti è aumentato l’afflusso dei profughi verso paesi già economicamente fragili; tra queste persone è emerso anche un gran numero di tuareg che hanno, per l’appunto, ridato impulso al movimento secessionista in Mali del Movimento Nazionale per la Liberazione dell’Azawad. Ciò, unito alla possibilità che essi abbiano il sostegno dei trafficanti di droga e di Al Qaeda nel Maghreb islamico, ha causato l’abbandono di molti dei propri villaggi per fuggire verso gli stati confinanti. Non bisogna quindi dimenticare che tutto il mondo ha la sua fetta di responsabilità in quella che potrebbe divenire una guerra civile che rischia di infiammare nuovamente anche l'area delle miniere di uranio del vicino Niger e del petrolio del sud dell'Algeria e della Libia. A tutto ciò bisogna aggiungere la possibilità che l’emergenza degli sfollati e le conseguenze della siccità sfocino in una gravissima crisi umanitaria in tutta la regione.